messo

published by joe

alla porta



venerdì, marzo 28, 2008

giorno 6: ritorno a sf, l'addio, new filmore, filmor, and castro

to be filled in............

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giovedì, marzo 27, 2008

giorno 5: california dreaming

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mercoledì, marzo 26, 2008

giorno 4: chinatown, la bionda, per la costa con la cassa da morto e la capoeira in spiaggia

inizia la giornata in attesa del grande incontro. Check-out, prenotato lo stesso ostello per giovedi' sera, aspetto nella hall e mi metto a lavorare. qualche email mi dimostra per l'ennesima volta che ho assunto un idiota che fa di tutto per non nascondere se stesso al mondo! In ritardo, ma non poi cosi' drastico lo invito a ragionare e a correggere l'errore. I ragazzi mi vedono on line e mi chiamano, indu e ethan, che carini, come stai? com'e' la california? ho avuto questo problema e l'ho risolto in questo mode, come funziona la newsletter?...momenti generosi di lavorativo affetto. sono spaparanzato sul divano scomodo dell'ostello ascoltando due che parlano una lingua dell'est europeo, quando vedo un'ombra passarmi davanti e la riconosco. Alzo gli occhi e la vedo, in tutta la sua "bellezza",capelli biondi lisci lunghi, fino alle spalle, oc,chi verdi, fisico longilineo, magro, in forma: la bionda. Sono contento, felice...non so distinguere. Incontrarlo, dopo mesi, per un pezzo di viaggio che abbiamo sempre detto che avremmo dovuto fare, incontrarlo a san francisco, privo di senso, ma divertente. saluti, mezzo abbraccio e gli becco subito la spalla operata, la caviglia distorta, il collo bloccato: cazzo e' da ospizio! Per una volta in vita nostra mi sento piu' in forma di lui, avro' sempre piu' panza ma quella e' genetica!
Usciamo e mi mostra quella che sara' la nostra macchina, la bara-mobile: doveva essere una mustang decappottabile secondo i miei piani....parcheggiamo e ci incamminiamo verso china town, bisogna attraversare la porta. il giro e' rilassato, finiamo al peer 39 per una clam chowder in a bread bowl, passando per la little italy di sf. al ritorno doniamo 14 dollari per 2 espressi(veri espressi) un biscotto e una fetta di torta e decidiamo che e' ora di salire in macchina, destinazione golden gate. lo attraversiamo a rischio incidente e puntiamo a nord, verso il tridente. ora, capire cosa sia il tridente nella mente di un italiano che e' stato qui ormai tanto tempo fa' scorrazzato a destra e sinistra da una californiana doc e' un'impresa ardua, ma perche' non fidarsi? andiamo! percorriamo la costa e ci fermiamo ovunque: piccole spiagge, meravigliosi incontaminati angoli di paradiso...mavaffanculova! doveva essere un giro alla Miles e Jack, Telma & Louise era un po' troppo eccessivo. Will e Hand sono sempre nella mia mente ma credo che la nostra formazione fosse piu' alla Gianni e Pinotto. Ma che importa? in fondo bisognava muoversi, e lo abbiamo fatto.

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martedì, marzo 25, 2008

giorno 3: notte in mission

I thought of some SF places for you in the Mission District neighborhood where both Mark and I lived. These places are all kind of dives (maybe too dirty for Mary), but it’s a good neighborhood to go bar hopping. Most of these are located between the 16th Street and 24th Street BART stops on Valencia or Mission streets.
I think you will LOVE San Francisco (aside from the flaky people).
Cancun on 19th and Mission – best burritos in the world (get the super burrito or a torta)
....

I got the super burrito with carne asada e drunk 2 pacifico: thank you helen.

stanco, ho deciso di camminare ancora, sommando miglia a miglia. per la prima notte ho dato ascolto al consiglio di helen: dopo due muffin al cioccolato e un jamba juice avevo bisogno di qualcosa che riempisse lo stomaco, il miglior burrito al mondo, perche' no!!
ho camminato per la san francisco diversa, quella povera, quella messicana, quella degli accattoni e delle puttane vecchie agli ingressi dei palazzi. la san francisco che nessuno visita e nessuno richiama. ho camminato di notte per la "missione" e mi sono chiesto se i nomi sono predestinati ai lughi che cresceranno intorno.
Camminando ho avuto bisogno di una sigaretta, le ho comprate. mani in tasca aggrappate ai pochi oggetti, nessuna paura, ma cauto allarmismo. volti smunti, consumati, voci sguaiate e volgari. in tutto mi hanno chiesto 80 centesimi e una stock option su un bene da tempo deperito.
dopo il miglior burrito del mondo ho contiuato a camminare fino alla 25esima e davanti ad un murales mi sono sentito vuoto. sarei voluto scivolare li', per sempre, accasciarmi e addormentarmi, come un gelato che si scioglie in una pozza poco densa. forse solo la stanchezza, sono saltato sull'unico autobus che passava di li' e sono tornato in albergo.

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lunedì, marzo 24, 2008

giorno 3: 15 miglia miglia, union market, golden gate

dopo due giorni di gps cantilenati finalmente solo e libero da cinture di sicurezza, finestrini chiusi e aria condizionata. arrivato a san francisco con il locale delle 9:24 mi metto immediatamente alla ricerca dell'ostello amsterdam: letto in camerata mista da 4, vediamo cosa viene fuori. sacca in spalla, cammino: niente autobus ne' tram per ora. mi godo il tepore di una magnifica giornata come di inizio estate. sorrido, attraverso market street ed inizia la salita. numero 25, numero albergo?729. sara' dura. non ci vuole poi molto, passa il tempo mentre scorrono davanti agli occhi le case, e i tram e le salite e l'aria limpida. ancora non vedo il mare, ma lo sento. arrivo in ostello, prendo la camera: solo un occupante, uomo:ha lasciato lametta e schiuma sul lavandino. mi chiedo come si possa viaggiare con lametta e schiuma, sei in vacanza, no?! lo scopriro' dopo. mollo la mia roba vado a comprare un lucchetto(io che per la prima volta dormo in una camerata) e torno in ostello. via la giacca, via tutt, infilo camera e maglione nella sacca, tiro la cinghia per farla diventare un monospalla(tipo) ed esco di nuovo. non so dove andare, sono solo le 11 e non voglio sapere nulla, voglio solo camminare. non e' poi difficile, le salite mi piacciono ed ogni singola casa merita di esserci vissuta dentro. ad ogni incrocio resto divertito e sorpreso alla vista delle stesse salite, le stesse discese, ed in fondo la baia. vedo alcatraz, e la foschia che sale in lontananza...ancora si nasconde il golden gate, ma l'appuntamento e' per oggi, non si scappa. Arrivo in Union Street, e la zona residenziale si trasforma in un market: coffe shops e negozi di moda, alternativi, boutiques per cani e jumbo juice. Strawberry surf something finisce tra le mie mani e bevendo continuo a camminare. la meta non dichiarata e' il ponte. controllo la mappa, devo solo andare dritto, ma io non seguo la mappa e salgo e scendo cambiando parallele, voglio salire in alto e dominare con la vista l'intera baia. mi accorgo quanto irregolari siano le colline: i tram...ne prendero' uno prima di ripartire. Arrivo al presidio(ancora non so cosa sia), una sola strada da seguire, sono lo 2 e ne ho ancora dentro. cammina joe, cammina. I pensieri prendono ogni tanto il sopravvento e riportano indietro. cammino.
volevo affitare la bici per il golden gate, ma dato che sono al presidio decido di camminare. sono solo, in piedi sul marciapede al ciglio di una strada "panoramica" e comincio a vedere il cancello d'oro: sembra sospeso nel nulla, vorrei vederlo emergere dalla foschia, un'altra vota...Rinvigoriti dalla vista, i propositi di raggiungerlo e percorrerlo tutto, che stavano cedendo il passo alla stanchezza, sono ora il motore delle mie gambe. sorrido ad un'automobilista che mi guarda venendo dalla direzione opposta e...scopro che il percorso pedonale finisce, improvvisamente ad un incrocio. crollo di tuti i propositi, un palazzo allo scoppio di una bomba. insulto l'idiozia di sanfransischiani e dei californiani tutti e sconscolato decido di tornare sui miei passi, ma non e' semplice dare su a 210' di marcia! pochi minuti dopo trovo un piccolo insignificante incrocio con una strada che scende verso la spiggia: se anche non posso arrivarci almeno lo vedo da sotto, magra consolazione ma sufficiente per continuare. la fotuna bacia gli arditi e gli intrepidi e gli eploratori tutti e via dicendo con le cazzate. la strada scende dolorosamente verso i piedi del ponte quando un miracolo fa' comparire un nuovo marciapiede che sale verso il cancello d'oro. le gambe si induriscono un po' alla vista della salita ma sono pronte. i ciclista accanto a me scendono dai pedali e lentamente mi seguono. marcio come un urukai, salgo e continuo a salire: fotografo scorci e teschi e continuo a sorridere. ciclisti della domenica, anzi del lunedi', levatevi ora, calpestero i vostri corpi se ce ne fosse bisogno, ho un ponte che mi aspetta! l'ascesa non e' dura, la gente si addensa come le gocce di mercurio quando si trovano a distanza ravvicinata. evito tutti, e come la cabina di una funicolare, mi muovo in un'unica direzione. pochi passi ancora, riscaldato dal sole e rinfrescato dal vento sono finalmente davanti al cancello, e ne varco la soglia.

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giorno 2: santa cruz and monterey


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domenica, marzo 23, 2008

giorno 1: arrivo, i leoni marini, laid back time

sei ore di volo delta durante le quali hanno tentato di avere i miei soldi in tutti i modi: vendita della colazione, vendita degli auricolari, vendita dei film e della musica da ascoltare. ho resistito a tutto, ho provato a dormire non avendolo fatto poi molto la notte precendente(emozione, anzia, i vicini che rincasano alle 4, la sveglia che suona alle 5). ho lavorato e letto, ma prevalentemente flippato dalla veglia al sonno, con la testa che cadeva penzoloni. stewart blind e hostess di colore che mi ha ricordato jackie brown.
il programma e' cambiato: primo we con mary e glen. Li aspetto all'aeroporto mentre mi rendo conto che questa e' una citta' di blind, gia' uno mi ha messo gli occhi addosso....
compro uno snack(cioccolata e arachidi e caramello) e aspetto. sono in ritardo di 10 minuti perche' il gps ha deciso di fargli seguire il percorso piu' lungo, quello panoramico, quello tutto semafori! Leggo in attesa, mentre gli altri raccolgono le loro valigie dal nastro mentre io sono alle prese con 4 inutili fogli afferrati al chiosco informazioni, desolato, che non ha nulla di cui informare. Esco fuori e mi sorprende un sole quasi estivo, un tardo maggio romano, cristallino nell'aria e caldo. Finalmente arrivano! Mary alla guida, sono preoccupato. scendono dalla macchina, lei solare nel suo vestito che forse ho gia' visto ai tempi di flycell, sembra una tonda dorothy, se avesse un largo cappello a falde, nero, di paglia, potrebbe essere jacqueline kennedy.
saluti, abbracci e salgo in macchina iniziamo a chiacchierare, vita, lavoro, le solite cose. sono un po' smarrito: non conosco queste persone, nonostante abbia lavorato con lei per un anno. sono splendidi, di uno splendore che non mi appartiene. sono contento di essere loro ospite ma sento che sto gia' perdendo aria. guidiamo fino a san francisco, strada panoramica e gia' la baia fa capolino in tutto il suo splendore. destinazione peer 39, per incontrare un loro amico, siamo affamati, alle due per me e' come se fossero le 5, ho mangiato 2 snack nelle ultime 12 ore...
il ristorante lo sceglie glen: consiglia la zuppa di cozze nella pagnotta, fish and chips e un bicchiere di vino bianco. soddisfatto. ci alsiamo e mi portano a vedere i leoni marini oziare al sole e, per le stradine finte del commerciale peer, vedo per la prima volta il mio unico obiettivo e gia' so che e' solo questione di tempo. Da bambino sono stato allo zoo sicuramente ma non ricordo l'ultima volta, ne' la prima, in ogni caso deve essere stato tanto tempo fa. non avevo mai visto prima un leone marino, per di piu' a prendere il sole e poltrire. Rido. Prendiamo la macchina di nuovo, settato il gps, destinazione union square. non mi piace fino ad ora questa citta': dove e' la sua anima europea? dove le sue colline e i tram? manca ancora tutto da vedere, ma c'e' tempo...seguo i miei ospiti. un drink pomeridiano e infine comedy club. prima volta per me, divertente a tratti, non totalmente comprensibile, solo una cosa e' chiara: alcune persone adorano farsi prendere per il culo.

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chiuso per ferie

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mercoledì, marzo 19, 2008

people have always nicknames.

svn ci include/config.php -m 'removing gorgeous joe from debug msgs'

thank you francis:i've never thought i could thank you one day for something

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ooooooopsssss

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martedì, marzo 18, 2008

c'e' tempo per tutto

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i only onw my mind

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domenica, marzo 16, 2008

un albero mi puo' salvare

penso ai modelli evoluzionistici darwiniani: non ci sono incroci o fusioni, ma diramazioni da un antenato comune. penso ora a modelli di esecuzione: guardo alla natura e vedo una possibile soluzione. strutture esecutive ad albero!: da un processo, come un nodo, si diramano sotto-processi.e una foresta e' piu' forte di un solo albero: divide et impera. creo la mia foresta e su ogni singolo tronco i processi correranno sui rami fino ad essere eseguiti, in cima, come foglie.
agiro' come un cesare augusto darwin.
Se tutto fosse un unico problema, la sua scomposizione porterebbe alla risoluzione a condizione di non perderne la traccia, il legame tra ogni singolo elemento e il suo predecessore.
non conosco il problema ma posso navigare la sua struttura una volta scomposto. non disseziono, sarebbe come smontare una radiolina: perderei sicuramente una vite.
divido e guardo le realta': se non posso penetrarle continuo a dividere. Se alla base di tutto ci fossero monadi, come e' vero, leibniz potrebbe essere applicato non allo sviluppo ma alla risoluzione, alla ottimizzazione.
caro leibniz, ti scrivo brevemente per informarti di quali siano attualmente le monadi nel mio cosmo: query di primo e secondo ordine(le differenzio in base alle operazioni che fanno). I centri di forza, anche se vorrei definirle in altro modo: i centri di distruzione di massa (la mia, cerebrale), sembrano non seguire alcuna regola. il mio processo di osservazione mi spinge a suggerire alcune modifiche alla tua dottrina, invitandoti a considerare l'impatto dell'universo (macro o micro cosmo) sulle monadi, o viceversa come le monadi possano influire sull'andamento dell'universo. hai mai preso in considerazione la possibilita' che esse possano impazzire perche' l'universo (che risponde a regole piu' elevate) non ne riconosce piu' la natura?
credo sia importante indagare il legame tra universo e monadi.

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venerdì, marzo 14, 2008

Teletrasporto. Il salto impossibile - David Darling Bollati Boringhieri, Torino, 2008


io lo sapevo che non si poteva fare....

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giovedì, marzo 13, 2008

working hours

all,
i need to remind all of us, including myself, some company rules:
- working hours are 9am - 6pm
- let's try not to work more
- let's try not to work less
- to clock in in the morning
- to clock out at night
- we can enter up to 30 minutes later and leave 30 minutes later.
- we can have a problem and be really late or an emergency and need to leave earlier: it is an exception, let's try not to change it into an habit.


giovangabriele

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mercoledì, marzo 12, 2008

we got spitzer - david letterman



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love potion #9

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martedì, marzo 11, 2008

cambiare ricetta

per cucinare, usate la salvia divinorum

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lunedì, marzo 10, 2008

la felicita' passa per un piatto di cozze e 3 guinnes e un jameson offerto dalla casa

pronto per partire, infilato il giubotto metropolitano, afferro il libro ed esco. Il bavero alzato per proteggermi dalle folate di solitudine, le mani calate nelle tasche corte e strette. i passi sono decisi e sicuri, verso una meta che non ha ragione forse ma che e' pur sempre una meta.
la piccola ear inn sara' il mio rifugio notturno per qualche ora. solo musica da offrire e una pinta di whiskey. entro e mi sento perso: annuso le voci e i rumori che si mischiano al cibo. io ci sono gia' entrato, qui, in un altro paese, aveva un altro nome laggiu' quella inn.
timidamnte mi faccio accettare, e serve poco per penetrare il calore antico di usanze irlandesi.
guardo i tavoli: la gente mangia e beve e si prepara per lo spettacolo. mi infilo tra due avventori, cosi' si chiamano li' dentro, e mi siedo al bar. ordino una guinnes e mi sorprende il modo in cui viene spillata: l'ultima volta fu in waterford o wexford, non ricordo mai.
leggo, what is the what, e bevo e ascolto e respiro e penso: il tempo passa. un'altra guinness? si grazie. non perde tempo l'amico, sa come fare il suo mestiere. finisce la seconda e lo stomaco e' vuoto: devo mangiare. chiedo il menu. appetizer: cozze all'aglio e vino bianco: cosa cambia se ci bevo guinness, questa sera e' perfetto cosi'. mi porta un cestino di pane, antipasto che non disdegno: assorbo la birra e ne ordino una terza. ricordo quella prima sera a dublino, uscito dall'hotel in cerca di cibo, finii ad ascoltare un vecchio dublinese, non poi tanto ubriaco, parlare di governo e religione, mentre bevevo guinnes e mangiavo sandwiches. Anche la terza e' ormai finita: non capitava da tanto, forse roma qualche anno fa'. accanto a me si sono dati il cambio, un corpo e un volto hanno lasciato il posto ad un altro corpo e un'altra testa: e' solo una questione di calore irradiato.
la domanda si ripete: un'altra guinness? ci penso un po'... no, ho bisogno di altro. Un jameson. il bicchiere si posta vuoto davanti a me, la bottiglia e' agli sgoccioli, l'uomo mi versa il mio, batte con le nocche sul bancone e mi dice: questo lo offre la casa! grazie. finisco di bere, chiedo il conto, la mancia e' il mio ringraziamento per il whiskey, la musica, e l'atmosfera. raccolgo le mie cose e me ne torno a casa, solo e sorridente, di notte, al freddo del vento folle di new york.



certe volte l' importante e' vedersi piu' belli, quanto basta per sentire che il mondo e' vicino, e non e' perfetto

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giovedì, marzo 06, 2008

call me ismael

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martedì, marzo 04, 2008

750.000 anni fa ... L'amore?

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dalla testa...

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lunedì, marzo 03, 2008

Sogno al mio risveglio di trovarti accanto
intatta con le stesse mutandine rosa
non più bandiera di un vivissimo tormento
ma solo l'ornamento di una bella sposa.

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