messo

published by joe

alla porta



lunedì, marzo 24, 2008

giorno 3: 15 miglia miglia, union market, golden gate

dopo due giorni di gps cantilenati finalmente solo e libero da cinture di sicurezza, finestrini chiusi e aria condizionata. arrivato a san francisco con il locale delle 9:24 mi metto immediatamente alla ricerca dell'ostello amsterdam: letto in camerata mista da 4, vediamo cosa viene fuori. sacca in spalla, cammino: niente autobus ne' tram per ora. mi godo il tepore di una magnifica giornata come di inizio estate. sorrido, attraverso market street ed inizia la salita. numero 25, numero albergo?729. sara' dura. non ci vuole poi molto, passa il tempo mentre scorrono davanti agli occhi le case, e i tram e le salite e l'aria limpida. ancora non vedo il mare, ma lo sento. arrivo in ostello, prendo la camera: solo un occupante, uomo:ha lasciato lametta e schiuma sul lavandino. mi chiedo come si possa viaggiare con lametta e schiuma, sei in vacanza, no?! lo scopriro' dopo. mollo la mia roba vado a comprare un lucchetto(io che per la prima volta dormo in una camerata) e torno in ostello. via la giacca, via tutt, infilo camera e maglione nella sacca, tiro la cinghia per farla diventare un monospalla(tipo) ed esco di nuovo. non so dove andare, sono solo le 11 e non voglio sapere nulla, voglio solo camminare. non e' poi difficile, le salite mi piacciono ed ogni singola casa merita di esserci vissuta dentro. ad ogni incrocio resto divertito e sorpreso alla vista delle stesse salite, le stesse discese, ed in fondo la baia. vedo alcatraz, e la foschia che sale in lontananza...ancora si nasconde il golden gate, ma l'appuntamento e' per oggi, non si scappa. Arrivo in Union Street, e la zona residenziale si trasforma in un market: coffe shops e negozi di moda, alternativi, boutiques per cani e jumbo juice. Strawberry surf something finisce tra le mie mani e bevendo continuo a camminare. la meta non dichiarata e' il ponte. controllo la mappa, devo solo andare dritto, ma io non seguo la mappa e salgo e scendo cambiando parallele, voglio salire in alto e dominare con la vista l'intera baia. mi accorgo quanto irregolari siano le colline: i tram...ne prendero' uno prima di ripartire. Arrivo al presidio(ancora non so cosa sia), una sola strada da seguire, sono lo 2 e ne ho ancora dentro. cammina joe, cammina. I pensieri prendono ogni tanto il sopravvento e riportano indietro. cammino.
volevo affitare la bici per il golden gate, ma dato che sono al presidio decido di camminare. sono solo, in piedi sul marciapede al ciglio di una strada "panoramica" e comincio a vedere il cancello d'oro: sembra sospeso nel nulla, vorrei vederlo emergere dalla foschia, un'altra vota...Rinvigoriti dalla vista, i propositi di raggiungerlo e percorrerlo tutto, che stavano cedendo il passo alla stanchezza, sono ora il motore delle mie gambe. sorrido ad un'automobilista che mi guarda venendo dalla direzione opposta e...scopro che il percorso pedonale finisce, improvvisamente ad un incrocio. crollo di tuti i propositi, un palazzo allo scoppio di una bomba. insulto l'idiozia di sanfransischiani e dei californiani tutti e sconscolato decido di tornare sui miei passi, ma non e' semplice dare su a 210' di marcia! pochi minuti dopo trovo un piccolo insignificante incrocio con una strada che scende verso la spiggia: se anche non posso arrivarci almeno lo vedo da sotto, magra consolazione ma sufficiente per continuare. la fotuna bacia gli arditi e gli intrepidi e gli eploratori tutti e via dicendo con le cazzate. la strada scende dolorosamente verso i piedi del ponte quando un miracolo fa' comparire un nuovo marciapiede che sale verso il cancello d'oro. le gambe si induriscono un po' alla vista della salita ma sono pronte. i ciclista accanto a me scendono dai pedali e lentamente mi seguono. marcio come un urukai, salgo e continuo a salire: fotografo scorci e teschi e continuo a sorridere. ciclisti della domenica, anzi del lunedi', levatevi ora, calpestero i vostri corpi se ce ne fosse bisogno, ho un ponte che mi aspetta! l'ascesa non e' dura, la gente si addensa come le gocce di mercurio quando si trovano a distanza ravvicinata. evito tutti, e come la cabina di una funicolare, mi muovo in un'unica direzione. pochi passi ancora, riscaldato dal sole e rinfrescato dal vento sono finalmente davanti al cancello, e ne varco la soglia.

posted by io @ 10:11 PM