harlem, alla messa,i cori gospel
ho attraversato harlem, e alla fine mi sono sentito bene. la paura iniziale, un terrore, quasi, figlio di raccomandazioni, racconti, storie, si e' dissolta con il sole di una magnifica domenica ed il vento l'ha portata via. "come un rabbino ad harlem". una citazione poco colta, ma non siamo uomini (e donne) di cultura. harlem e' nera. harlem ha un cuore islamico. e un cuore battista. e un cuore protestante. harlem e' la musica in ogni angolo, in ogni negozio. gospeljazzbluesraphipopblack. ad harlem per strada si vende sapone profumato, incensi ed olii colorati. si vendono libri sui neri d'america, malcom x, martin luther king, islam e balck power. poster jazz, blues, foto, oggetti africani. se vuoi ti
gli uomini hanno il cappello e sfuggono spesso crespi ciuffi brizzolati. le donne scarpe con tacco, borsette lucide. grandi sorrisi. bianchi. entrano ed escono dalle chiese, le macchine in doppia fila, risate, gelati.prima che entrassi mi hanno chiesto se mi sentivo "cool", se volevo fare un giro interessante ad harlem, ho detto di no: mi sento cool, ma il giro lo voglio fare da solo.harlem e' un quartiere, a tratti un ghetto. non e' degrado, non lo e' piu', se prima lo e' stato. non e' una contraddizione. non sono entrato in nessuna comunita', non volevo sentirmi turista, anche se so che non sarebbe importato, avevo lo zaino da giovane marmotta.il confine di harlmen ad est e' la stazione. si passa sotto il cavalcavia e tutto cambia. qui inizia il degrado, lento, povero, forse cio' che ieri era harlem. i colori cambiano, i capelli sono lucidi ora, lisci, tirati indietro in piccole ciocche appiccicate, brillantina. camicie a quadri, figure piu' basse, tozze, bianche. volti a punta, sguardi sfuggenti. musica latina. Il barrio. Ho camminato anche qui, in lungo e largo, senza nulla da vedere se non la vita, li' sulla strada, consumata tra parole e gesti. non mi e' piaciuto e sono tornato ad harlem. mi sono sentito un po' piu' a casa tra quei pantaloni e magliette larghe, spalle con stereo sopra che fanno vibrare l'aria, e la mia testa a seguire il ritmo.
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posted by io @ 6:31 PM
2 Comments:
Una domanda: ma alla messa ti hanno fatto entrare o no? Ah, altra domanda: a New York riconoscono la tua italianità? Come sai, ovunque io vada vengo sempre preso per slavo. Tu, invece?
non sono entrato per scelta....ci riprovero' la prossima settimana. quando stavo per entrare mi sono sentito troppo turista ed ho preferito non farlo :(
fortunatamente finche' non parlo la fascia da italiano stile miss non si nota, passo abbastanza inosservato, se non fosse per lo zainetto da turista, ma ormai non mi serve piu' nemmmeno quello
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