mettetevi comodi che vi racconto una storia...(il tour)
vinco subito un biglietto gratuito per il tour guidato della loro casa: camere da letto, salottini, bagni, idromassaggi, stanzino con scarpiera ( si si, ho visto pure le loro scarpe), mentre con sorrisi cordiali ed espressioni sorprese porgevo i miei complimenti per la casa, l'arredamento ( a tratti disgustoso, non manco certo di acrisia), le dimensioni di questo splendido ligneo maniero.Usciamo fuori: bel giardino, un pezzo di bosco (10000 mq circa) tutto loro, a proteggere la casa dal mostro, una piscina. la mia attenzione cade su un parallelepipedo di legno 3x3x1.5 circa, ricoperto da un grande cuscino semirigido dello stesso colore. uhm, mi chiedo cosa possa essere, non solo un cubo sul quale sedersi, uhm non oso chiedere. (vinc)enzo mi guarda, lo guarda, batte du volte la mano sul cuscino e mi dice: "...e sai cosa c'e' qui?", tira su il semicoperchio, vuole impressionarmi, io assumo un'aria da sufficienza, "...una jacuzzi". la accende, sono un poco sbalordito; e' la seconda della casa, la prima era nel bagno della loro camera da letto.Manca la perla per chiudere il tour, l'ho gia' vista, incastona all'angolo della piccola ringhiera che separa il paradiso estivo dal bosco: un forno a legna formato casaetta dei sette nani, emigrante pure lui, importato dalla toscana, fatto con vera pietra toscana.
"Quest'anno la Toscana è 52 metri sotto il livello normale della sua Toscanità. Perchè i sassi sono stati portati via in tutta fretta, così, come se nulla fosse. Non portare via il sasso dalla Toscana, altrimenti la Toscana non la riconosceremo più. È una campagna per la Toscana in Italia"
Il tour si conlude li', difronte alla fornace spenta, sono le 13,15, ho fame, tanta fame. torniamo in cucina, la bambina ha messo gli orecchini, regalo della cugina, la mia bottiglia e' rimasta parcheggiata nello stesso angolo buio, ancora incartata, ignorata: la prossima volta portero' una damigiana da 50 lt, troppo grossa per essere ignorata.
Mi offrono un caffe', e da un paesano un caffe' non si rifiuta mai, soprattutto se ha una macchina da bar. posiziona la caffina, versa il caffe in grani nel macinatore e pigia il magnifico bottone, americano, quello che fa' tutto: la macchina macina e comincia a colare il mio caffe': un rigagnolo cremoso che odora di bar, che scende giu' come in un bar che...hey, non si ferma come in un bar, nooooo, la tazzina si riempe fino all'orlo, sono triste, non l'ha fermato, nooo il mio espresso! dentro di me piango mentre il mio sorriso autonomo ringrazia, metto un po' di zucchero, mescolo, ed ingoio quest'amaro boccone - paisa' te si scurdat come si fa' o'ccafe'.
Scambio le mie prime parole italiane con la nonna, e' preoccupata, mi chied se sto bene, vorrei dirle: no, stavo per morire ieri quando una banda di falchi della notte si e' introdotta nel nostro appartamento nel centro di manhattan devastando tutto, legandoci e torturandoci per 2 ore(per fortuna senza sodomia)! il mio sorriso dice che sto bene, tutto va bene, vivo bene, godo di questa mia nuova vita e mi diverto e sono qui per caso , solo perche' dall'altra parte dell'oceano possano sognare che un mio malore fisico ed un'immediato intervento dell'ospedale del bronx, intero per salvarmi. il mio sorriso si e' fermato qualche frase prima.
la tazzina non e' piu sul tavolo. la nonna e' tanto triste, si vede, maria lia sorride, le bambine sono basse, una e' veramente americana, con i suoi capelli, il suo jeans, il suo volto: le manca solo una felpa con il cappuccio ed il nome di un college o una squadra di baseball, ma come per tutto, e' solo questione di tempo.
posted by io @ 12:18 AM
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