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published by joe

alla porta



lunedì, settembre 25, 2006

è solo un attimo e sono già qui

Non me ne vado da te. Me ne vado da questa Roma fossile, addormentata, distratta, finta borghese e di sinistra, di destra di centro e di un cazzo. Da questa Roma delle birre, dei pezzi di pizza e delle pizzette e del cinese a portar via, del tiramisù e delle bottiglie sul muro al circo massimo, delle grattachecche, dei libri e delle foto, delle bombe con la crema e il cornetto quando capita, dei quattro gatti, del "cosa e chi avrei voluto vivere", dello yoga e delle prove in bici, dei ratti, dei modena, dei concerti ska e dei ragazzini che pogano, e la condensa sotto il tendone. Dei tennis club e la ferrovia, dei fratini e la caffarella. Questa roma delle sverniciate con la gomma nuova, destra sinistra destra e sono passato, di due cadute, dell'acqua a dicembre e i -2 la mattina. Da questa Roma delle partite a biliardo, dei fantasmi notturni piegati sul tavolo verde e delle sigarette, de(lle) desperados, del chinottino, del caffè, del lavoro, torno, 1 ora di sax, ripetizioni fino alle otto, mangio esco e se ne riparla domani. Me ne vado da questa roma invernale e migratrice di campo felice e rocca raso, lo skipass giornaliero e la tavola con il teschio, di questa roma estiva dei drammi per un pezzo di spiaggia in un mare marrone.
Me ne vado da questa Roma dei pochi film e giri (in centro), da questa Roma dell'appia, re di roma e s. giovanni. Da questa Roma musicale di villa celimontana e dei concerti, del XXXX, del be bop, della casa del jazz, delle tessere e i nomi finti e degli ingressi e degli sconti universitari, del primo maggio, della notte bianca, della notte al buio, delle notti d'estate, e dei suonatori stonati.
Me ne vado da questa Roma romana, imperiale, degli acquedotti e dei fori e delle ville e delle insulae, del colosseo illuminato di notte; da questa roma angolare, delle nicchie con le madonne, delle chiese barocche, del pantheon e dei capitelli, di piazza navona, di campo de' fiori, di porta metronia e dei sampietrini. Da questa Roma dei gatti imperatori seduti nei fori ad arringare la folla con i loro sonni; questa roma dei turisti, delle mappe e delle informazioni.
Me ne vado da questa Roma raccolta su una scheda punti, punti per la spesa, punti per il carburante, punti per i libri, punti per i viaggi, punti per la patente, punti per i frigoriferi e per i cessi; da questa roma della feltrinelli a largo argentina e i cd in offerta, degli agip e dei mediaworld. Da questa roma delle file alle casse e alle poste, delle liti, della fretta di finire e del tempo perso.
Me ne vado da questa Roma pseudoborghese dei coatti, dei finti fatti, dei fumatori e degli scherzi. Questa roma degli occhiali grossi di giorno e di notte, delle camicie con i lustrini, dei petti glabri e lampadati( vedi zingarelli 2007), delle macchine fighe incastrate al centro, delle magliette nuove e della moda, delle scritte ovunque come cartelloni pubblicitari, esseri sandwich che pagano per il lavoro che fanno, dei centri commerciali e gli outlet e i sabati di caos. Questa Roma dell'assenza, degli aperitivi, delle belle parole, delle parole vuote, del tempo che passa davanti a un bicchiere e una nocciolina.
Me ne vado da questa Roma ambulante sul ponte elio e su via del corso, dei mercatini e le bancarelle, delle caldarroste e i palloncini, degli spettacoli e delle statue immobili. Questa Roma in fuga perenne davanti alla legge, roma delle puttane di 16 anni lungo le strade, appariscente come una mano di vernice su un muro vecchio, che è sempre uguale. Da questa roma delle sigarette a terra, dei tamponamenti e degli insulti, delle strade strette, e delle strade larghe, e delle buche in mezzo, del raccordo sempre pieno e degli scooter in emergenza. Questa Roma dei varchi ztl, dell'anello ferroviario, della zona rossa, la zona blu, i parcheggi in centro e le doppie file.
Me ne vado da questa Roma della socialità coatta, schiava del tempo e dei fantasmi, questa roma cieca e finta, spugnosa, che assorbe e che prende e non paga; da questa Roma della disontissicazione con una birra di notte.
Me ne vado da questa Roma ladra di vita e di tempo, un po' bastarda e donna e vuota e maledetta. Scusa, me ne vado ma torno, presto. E' solo un attimo e sono già qui.





( libero e ispirato a remo)

posted by io @ 9:02 AM

2 Comments:

At 09:36, Anonymous Anonimo said...

Te ne vai da questa Roma un pò libera ed un pò bigotta, da questa città eterea ed eterna, te ne vai come altri prima di te ... dici solo un attimo? sai quanto dura un attimo? un attimo è il tempo che ci vuole ad un tuo amico per sposarsi ... ad un locale per cambiare gestione ... ad una strada per cambiare il senso di marcia ... ad un joe qualunque per accorgersi che un attimo non era poi così tanto "attimo".

 
At 11:37, Anonymous Anonimo said...

"Me ne vado da Roma..."
"Me ne vado da Roma..."
"Me ne vado da Roma..."
"Me ne vado da Roma..."

Insomma vattene ...


firmato:Bruno

 

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