messo

published by joe

alla porta



domenica, giugno 01, 2008

notturno

ci sono giorni un cui vorrei appuntare la mia consapevolezza su un pavimento di legno, con una sparapunte: attaccarla li' per il capo e guardarla, all'impiedi, dimenarsi agitando mani e piedi senza potersi divincolare.
sdraiato su questo letto posso finalmente ripulire gli occhi delle immagini e dei pensieri del giorno e lasciare spazio a quelli della notte, del mattino presto. fisso il vetro per vedere oltre, nella speranza che l'oltre sia diverso, ma con un intimo insicuro bisogno che non sia cambiato. ho prestato attenzione ad ogni particolare della ciurma di corpi in movimento intorno a me, nelle ultime 9 ore: 12 persone hanno deflorato il mio desiderio di qualcosa di diverso. ogni vissuto e' preceduto da una premonizione falsa che e' miele per la bocca della mia mente. immagini come un calice di nettare per dissetare la speranza di vita. senza aver ancora capito cosa vivere possa significare.
oggi sono uscito dalla palestra, pioveva. ho tirato su il cappuccio e mi sono incamminato veloce verso casa. ho iniziato a rallentare mano a mano che la pioggia aumentava di intensita' e lavava via tutte le domande e riportava alla luce trasparenti desideri, ho tirato giu' il cappuccio, aperto la felpa e slegato i capelli, infilato gli occhiali in tasca e iniziato a ricordare. una pioggia estiva, improvvisa, in via dei fori imperiali e la decisione di camminare senza ripararsi per inebriarsi d'acqua e del profumo della polvere bagnata e dell'umida calura e di quel senso di ingenua incosciente fanciullezza. in pochi istanti la pioggia si trasformo' in temporale violento con gocce grosse come gemme ad inzuppare i vestiti subito aderenti al corpo. ho ricordato il ritorno in scooter, guidando piano, doppiamente cauto.
il ricordo mi ha accompagnato fino a casa, gocciolante come i miei vestiti, ma di passato

posted by io @ 3:38 AM