ed hanno suonato per voi......
Sono andato in chiesa. Dopo mesi, anni, lustri....bho non ricordo nemmeno piu' quanto. Va bene, ora che ci penso da poco: ne ho visitate un paio a venezia, tanto per essere turista.
Non fa' nulla. Il concetto non cambia, o per citare qualcuno "Concetto e'...", ci sono entrato, di mia sponte, e ci sono rimasto per quasi quattro ore.
ho pregato?nooo no, o meglio si, ho pregato...che continuassero!
Tributo a Lester Willis Young, uno degli dei dell'olimpo del jazz, sezione sassofonisti (come tutti sanno l'olimpo del jazz si divide in sezioni, in base agli strumenti).
Alle volte lo stare da soli porta vantaggi: ci si muove piu' rapidamente quando si e' in fuga(salvare una pelle e' piu' semplice), non si deve dividere il bottino, ci si nasconde meglio. Inoltre, si puo' stare seduti quasi quattro ore, dormicchiando, applaudendo, ridendo, eccitandosi, leggendo, sognado e pensando, in un jazz/blues party mood, senza doversi GIUSTAMENTE preoccupare di chi, spesso per compassione, spesso per assecondamento, spesso per apatia o assenza di alternativa, si e' fatto trascinare in un tale paradiso senza pero' essere PURTROPPO in grado di viverne la supernaturalita'. Povero colui che e' stolto: per lui non c'e' posto nel regno dei cieli del jazz.
Quasi quattro ore di jazz sono un'esperienza mistica se e solo se si e' in comunione totale con quello che sta accadendo intorno. Percepire il movimento del piede che segna il tempo, la testa che dondola, la mano che solfeggia, la mente in estasi, l'ammirazione, il desiderio, non l'invidia, un po di rassegnazione, e la gioia, piu' di tutto il resto.
Ho visto musicisti che voi umani non potete neppure immaginare. Ho visto condensarsi in realta' le immagini della mia mente, le immagini di quella new orleans nella quale non sono mai stato: le sensazioni che non vissute ma ereditate dal fascino di racconti, fotografie, vecchie registrazioni.
in questo orgasmo domenicale, pomeridiano, hanno suonato per voi, o meglio per noi, anzi PER ME:
Paul Knopf, Jimmy Heath, Don Byron, Dick Katz, Eve Zanni Group, Lee Konitz, Giacomo Gates, Dr. Billy Taylor, Alan Ferber Nonet, Sarah McLawler and Les Jazz Femmes, Harlem Blues and Jazz Band.
Imponente la formazione, imperioso il concerto, ma ora mi ergo a giudice supgremo ed affermo
- non conosci il blues se non hai visto Sara McLawler(e il suo magnifico cappello) suonare l'organo e cantare "The man I love"
- non conosci lo spirito jazz se non hai visto i vecchietti della Harlem Blues and Jazz Band suonare "When the Saints Go Marching In"
mi hanno trascinato, e come sempre, mi sono sentito un bambino e ho riso!
Non fa' nulla. Il concetto non cambia, o per citare qualcuno "Concetto e'...", ci sono entrato, di mia sponte, e ci sono rimasto per quasi quattro ore.
ho pregato?nooo no, o meglio si, ho pregato...che continuassero!
Tributo a Lester Willis Young, uno degli dei dell'olimpo del jazz, sezione sassofonisti (come tutti sanno l'olimpo del jazz si divide in sezioni, in base agli strumenti).
Alle volte lo stare da soli porta vantaggi: ci si muove piu' rapidamente quando si e' in fuga(salvare una pelle e' piu' semplice), non si deve dividere il bottino, ci si nasconde meglio. Inoltre, si puo' stare seduti quasi quattro ore, dormicchiando, applaudendo, ridendo, eccitandosi, leggendo, sognado e pensando, in un jazz/blues party mood, senza doversi GIUSTAMENTE preoccupare di chi, spesso per compassione, spesso per assecondamento, spesso per apatia o assenza di alternativa, si e' fatto trascinare in un tale paradiso senza pero' essere PURTROPPO in grado di viverne la supernaturalita'. Povero colui che e' stolto: per lui non c'e' posto nel regno dei cieli del jazz.
Quasi quattro ore di jazz sono un'esperienza mistica se e solo se si e' in comunione totale con quello che sta accadendo intorno. Percepire il movimento del piede che segna il tempo, la testa che dondola, la mano che solfeggia, la mente in estasi, l'ammirazione, il desiderio, non l'invidia, un po di rassegnazione, e la gioia, piu' di tutto il resto.
Ho visto musicisti che voi umani non potete neppure immaginare. Ho visto condensarsi in realta' le immagini della mia mente, le immagini di quella new orleans nella quale non sono mai stato: le sensazioni che non vissute ma ereditate dal fascino di racconti, fotografie, vecchie registrazioni.
in questo orgasmo domenicale, pomeridiano, hanno suonato per voi, o meglio per noi, anzi PER ME:
Paul Knopf, Jimmy Heath, Don Byron, Dick Katz, Eve Zanni Group, Lee Konitz, Giacomo Gates, Dr. Billy Taylor, Alan Ferber Nonet, Sarah McLawler and Les Jazz Femmes, Harlem Blues and Jazz Band.
Imponente la formazione, imperioso il concerto, ma ora mi ergo a giudice supgremo ed affermo
- non conosci il blues se non hai visto Sara McLawler(e il suo magnifico cappello) suonare l'organo e cantare "The man I love"
- non conosci lo spirito jazz se non hai visto i vecchietti della Harlem Blues and Jazz Band suonare "When the Saints Go Marching In"
mi hanno trascinato, e come sempre, mi sono sentito un bambino e ho riso!
posted by io @ 10:32 PM
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